Il virus respiratorio sinciziale (RSV) è un comune virus che infetta tutte le età ma in particolare i bambini nei primi 12 mesi di vita e gli anziani dopo i 65 anni. Ha un’elevata contagiosità che mostra un indice di trasmissibilità quattro volte superiore al virus influenzale. Si presume che all’età di due anni tutti i bambini siano stati infettati dal RSV.
RSV è la causa più frequente di infezione respiratoria in età pediatrica, al di sotto dei 12 mesi, ed è la principale causa di ospedalizzazione: l’80% delle bronchioliti e il 40% delle polmoniti nel 1° anno di vita sono causate infatti da RSV.
Nelle settimane del picco epidemico che generalmente va da novembre a marzo, in Italia circa 16.000 bambini vengono ricoverati in ospedale. Di questi almeno 3000 finiscono in terapia intensiva saturando di fatto i posti letto disponibili e mettendo in seria difficoltà gli ospedali nell’assistenza di altre patologie in terapia intensiva. La maggior parte delle ospedalizzazioni dovute al RSV avviene nel 90% circa dei casi nei bambini di età <1 anno e nell’ 8% circa tra 1-4 anni.
Il quadro più frequente di infezione da RSV nei bambini nel primo anno di vita è la bronchiolite che in circa il 40% dei casi evolve successivamente in un quadro asmatico.
La Bronchiolite è una broncopatia ostruttiva e si manifesta nel 35 % dei casi entro il 1° trimestre di vita e nel 70 % dei casi entro il 2° trimestre. Il periodo di incubazione è di 4-6 giorni. I sintomi constano di febbre, tosse, naso che cola, inappetenza e difficoltà ad alimentarsi. Nei casi ad evoluzione più grave si assiste ad un peggioramento delle condizioni generali, presenza di respiro sibilante (wheezing), disidratazione, cianosi, tachicardia ed episodi di apnea.
Si comprende quindi come sia importante la prevenzione, soprattutto in quei bambini portatori di patologie a maggior rischio di complicazioni se colpiti dal virus sinciziale, e nei prematuri. Altri fattori di rischio sono l’esposizione al fumo passivo, il non allattamento al seno.
Per gli adulti oltre i 65 anni è disponibile un vaccino ma non per i bambini. Fortunatamente abbiamo a disposizione un anticorpo monoclonale, il Nirsevimab, che pur non essendo un vaccino fornisce un’immediata protezione della durata di
almeno 5 mesi (giusto il periodo della maggior diffusione del virus). La somministrazione è consigliata :
- in tutti i bambini alla loro prima stagione di RSV
- nei bambini fino a 24 mesi di età che rimangono vulnerabili alla malattia grave da RSV durante la loro seconda stagione di RSV.
Viene somministrato per via intramuscolare e la dose cambia in relazione al peso del bambino. Trattandosi di un farmaco può dare effetti avversi tra cui il più frequente è un’eruzione cutanea che si manifesta in una percentuale intorno all’1% entro due settimane dalla somministrazione. Altre reazioni possono essere la febbre, dolore nel sito di iniezione (parte esterna della coscia). Da quest’anno le aziende sanitarie lombarde hanno introdotto la somministrazione gratuita all’interno del calendario vaccinale, dato che può essere somministrato contemporaneamente ai vaccini per
l’infanzia.
Negli stati Uniti con l’uso dell’anticorpo monoclonale si è osservata un’efficacia del 90% nella riduzione delle ospedalizzazioni per RSV. Lo stesso si è avuto in Spagna che ha introdotto di recente l’offerta dell’anticorpo.
La somministrazione dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab viene consigliata anche in considerazione del fatto che non esistono terapie efficaci nella cura dell’infezione.
Ai fini preventivi sono importanti anche le misure comportamentali da adottare nel primo anno di vita del bambino: frequente lavaggio delle mani con acqua e sapone prima di toccare il bambino, la pulizia con soluzioni idonee delle superfici solide (giocattoli, stoviglie, ecc.) su cui il virus può depositarsi, limitare i contatti e lo stazionamento in ambienti affollati (centri commerciali, ipermercati ecc.) nel
periodo di maggior diffusione del virus.
L’utilizzo dell’anticorpo consentirebbe anche la riduzione nell’uso di antibiotici spesso utilizzati nei bambini a fronte di patologie del primo tratto respiratorio ancor prima della formulazione di una diagnosi.
Da quest’anno a partire dalla metà del mese di ottobre verrà proposto a tutti i bambini all’atto della prima vaccinazione anche la somministrazione dell’anticorpo monoclonale. Verranno anche richiamati per l’offerta dell’anticorpo tutti i bambini nati dal 1 gennaio 2024. Se vi sarà un’ampia adesione assisteremo sicuramente ad un miglioramento generale della salute nel primo anno di vita dei bambini e anche ad una riduzione di risorse economiche da impiegare nella cura che potrebbero essere utilizzate in altri contesti sanitari.
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