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Vaccini, allergie e malattie autoimmuni

Una delle più frequenti obiezioni alla pratica vaccinale sostenute da ambienti cosiddetti no vax è che i vaccini provochino un incremento delle allergie e delle malattie autoimmuni.

Questa loro opinione deriva dal seguente ragionamento: negli ultimi decenni c’è stato un notevole aumento delle allergie nei bambini e nello stesso periodo è aumentato il numero di vaccini prodotti e somministrati secondo i vari calendari vaccinali. Conseguentemente, sempre secondo loro, le vaccinazioni determinano un incremento delle allergie e delle malattie autoimmuni.

In realtà non esistono prove o studi scientifici al riguardo. Anzi, la notevole mole di studi effettuati (che riporto per dovere informativo qui sotto), hanno smentito il rapporto tra vaccinazioni ed insorgenza di allergie.

Vaccinazione antipertosse e successivo sviluppo di allergie (Svezia, bambini nati nel 1992) Nilsson 1998

Vaccinazione antipertosse e successivo sviluppo di asma (Regno Unito, bambini nati nel periodo 1991-1992) Henderson 1999

Vaccinazioni e successivo sviluppo di allergie (studio internazionale) Anderson 2001

Vaccinazioni e successivo sviluppo di asma (Stati Uniti, 1991-1997) Destefano 2002

Vaccinazioni e successivo sviluppo di asma (Stati Uniti, bambini nati nel periodo 1991-1994) Mullooly 2002

Malattie allergiche e asma in relazione allo stato vaccinale (Olanda, bambini di età 8-12 anni) Bernsen 2006

Vaccinazioni e successivo sviluppo di allergie e asma (Australia, soggetti nati nel 1961) Nakajima 2007

Vaccinazioni e sviluppo precoce di allergie (bambini di 12 Paesi, età 11.5-25.5 mesi) Grüber 2008

Ruolo del morbillo e della vaccinazione antimorbillo nello sviluppo delle malattie allergiche (bambini di 5 Paesi europei, età 5-13 anni) Rosenlund 2009

Vaccinazione antipertosse e successivo sviluppo di asma in bambini nati nel periodo 1993-1997, Gran Bretagna Spycher 2009

Associazione tra vaccinazioni in età pediatrica e allergia e asma in età adulta (adulti australiani vaccinati in età pediatrica) Matheson 2010

Malattie allergiche e asma in relazione allo stato vaccinale (Germania, bambini di età 0-17 anni) Schmitz 2011

Vaccinazione antipertosse e successivo sviluppo di asma in bambini svedesi nati nel periodo 1994-1994 Vogt 2014

Uno studio in particolare fu fatto dopo la riunificazione tedesca nel 1989. Comparando i dati vaccinali si scoprì che i bambini tedeschi prima della riunificazione avevano livelli differenti di copertura vaccinale: nella Germania Est la percentuale dei vaccinati era decisamente più alta che nella Germania Ovest.

Se le vaccinazioni favorissero le allergie ci saremmo dovuti aspettare una maggior prevalenza di bambini allergici nella Germania Est. Invece si è scoperto esattamente il contrario: gli allergici erano più numerosi a Ovest (Schneeweiss 2008). 

Se andiamo a vedere quali siano i farmaci che possono determinare fenomeni allergici troviamo, per citare i più frequentemente implicati, antibiotici, antinfiammatori non steroidei, allopurinolo, acido acetilsalicilico, antiaritmici, antipsicotici, mezzi di contrasto usati in radiologia. Verrebbe quindi da chiedersi il perché vi sia questa paura nei confronti dei vaccini. Peraltro i vaccini non rientrano nemmeno tra i primi 20 farmaci prescritti od utilizzati nel nostro paese.

Una delle preoccupazioni più frequenti da parte dei genitori è la possibilità che i bambini possano sviluppare un’allergia al vaccino o a uno dei componenti del vaccino. A parte che una reazione allergica ad un vaccino o ad una delle sue componenti è estremamente rara, potremmo rispondere che esistono anche le allergie alimentari ben più frequenti e diffuse. Eppure nessun genitore si pone problemi nel dare del cibo ai propri figli. Paradossalmente mangiando si rischia di più che non ricevere un vaccino.

Per quanto riguarda il rapporto causale tra vaccini e malattie autoimmuni gli studi scientifici lo smentiscono in modo categorico. Al contrario, sono le infezioni che slatentizzano i meccanismi autoimmuni e le conseguenti patologie. Le infezioni rappresentano peraltro una rilevante causa di morbosità e mortalità nei pazienti già affetti da patologie autoimmuni. Anche nei soggetti con patologie autoimmuni pertanto è consigliabile la vaccinazione anche se va considerato l’eventuale utilizzo di farmaci immunosoppressivi che potrebbero ridurre l’efficacia di un vaccino per cui lo stesso andrebbe somministrato in fase di remissione o stabilità clinica della malattia.

Le stesse società scientifiche consigliano la vaccinazione.

A titolo di esempi, visto il periodo incombente della circolazione dell’influenza, si riportano le indicazioni della Società Europea di Reumatologia relative al vaccino antinfluenzale:

1) Il vaccino influenzale è fortemente raccomandato nella maggioranza dei pazienti con malattie reumatologiche. E’ consigliabile vaccinare anche i contatti stretti.

2) Per i pazienti con malattie reumatologiche sono valide tutte le raccomandazioni esistenti per la popolazione generale (ad es. allergie, disturbi della coagulazione, ecc.)

3) La risposta si è dimostrata protettiva nei pazienti con artrite reumatoide (AR)), lupus eritematoso sistemico, sclerosi sistemica e vasculiti ANCA-correlate, anche in trattamento con farmaci biologici

4) L’efficacia è ridotta nei pazienti con AR trattati con rituximab. L’efficacia è ridotta ma soddisfacente nei pazienti trattati con tofacitinib+methotrexate. Si può valutare la sospensione del methotrexate 2 settimane prima del vaccino per aumentare l’efficacia del vaccino

5) La maggior parte dei farmaci anti-reumatici che assumono i pazienti con malattie reumatologiche hanno livelli di immunosoppressione trascurabile e lievi/moderati, che non interferiscono significativamente sugli effetti dei vaccini.

In considerazione dell’inizio della campagna vaccinale contro il covid va sottolineato che  non esistono evidenze di  riacutizzazione delle malattie autoimmuni in chi ha  ricevuto il vaccino anti Covid-19.  Anzi, l’infezione da Covid-19 può causare una riacutizzazione della malattia autoimmune.

Con ciò non si vuole negare che possano esistere effetti avversi di tipo autoimmune con la somministrazione di un vaccino. La trombocitopenia idiopatica è un possibile effetto avverso dopo vaccinazione per MPR (morbillo parotite rosolia). La sua frequenza è di 1 caso ogni 30.000 bambini vaccinati, mentre il rischio di trombocitopenia dopo infezione di rosolia è di 1 caso ogni 3.000 e dopo infezione di morbillo è di 1 caso ogni 6.000. E’ comunque una condizione temporanea di cui nella maggior parte dei casi non ci si accorge.

Esiste inoltre una poliradicoloneuropatia autoimmune, La sindrome di Guillain-Barré, che inizia di solito agli arti inferiori con remissione completa o quasi completa nella maggior parte dei casi. Essa è scatenata da una precedente infezione batterica o virale ed è considerata quindi un esempio di una malattia autoimmune post-infettiva. ’Institute of Medicine ha concluso che non ci sono prove a sostegno di un nesso causale tra i vaccini del morbillo, parotite, rosolia, varicella, HAV, HBV, HPV, difterite, tetano, pertosse acellulare e l’insorgenza della sindrome di Guillain-Barré. Se si vuol leggere lo studio il riferimento è: Institute of Medicine of the National Academies (2012) Adverse effects of vaccines. Evidence and causality. National Academies Press, Washington, pp 435–503.

Esistono markers che ci possono dire se una persona svilupperà una malattia autoimmune?  Vanno prese in considerazione l’età, la familiarità, il sesso (le malattie autoimmuni sono più frequenti nel sesso femminile), l’uso di farmaci, l’ambiente e la genetica. Relativamente a quest’ultima, se da un lato è in grado di identificare i soggetti a rischio di malattia autoimmune, non consente di selezionare tra questi coloro che effettivamente svilupperanno la malattia, pertanto escludere dalla vaccinazione i soggetti sani anche se con una genetica a rischio è sbagliato perché le malattie autoimmuni si svilupperanno poi in una minima parte di tali persone.

Non vaccinare peraltro espone le persone geneticamente a rischio ad un’elevata probabilità di contrarre l’infezione da agenti infettivi, con rischio di sviluppare gravi complicanze autoimmuni e non autoimmuni.

In conclusione, anche se siete allergici o avete malattie autoimmuni, il consiglio è di affidarvi in tutta tranquillità ai centri vaccinali del sistema sanitario che sono in grado di fare una corretta valutazione della vostra situazione e consigliarvi al meglio per salvaguardare la vostra salute.

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