Il discorso sul tema no-vax è alquanto complesso. Potremmo iniziare con una citazione di Albert Einstein:
“È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”. Difatti convincere una persona che si oppone alla pratica vaccinale è un’impresa per gli addetti ai lavori, medici ed infermieri. Si possono convincere i dubbiosi, i titubanti ma difficilmente si riuscirà a scardinare un pregiudizio.
Dunque perché parlarne? In realtà comprendere cosa ci sia dietro tale fenomeno potrebbe insegnarci strategie diverse per indurre le persone renitenti a vaccinarsi.
Nel XIII° secolo a.C. uno storico fenicio, Sanchuniathon , affermò : “Fin dalla più tenera età le nostre orecchie sono state abituate ad ascoltare falsità e con il passare del tempo le nostre menti sono divenute ricettacolo di congetture. Facciamo apparire stravagante la verità, i racconti falsi li trasformiamo in verità”.
È un concetto attualissimo ancor più in questi ultimi decenni di diffusione mediatica. Il risvolto tragico però sta nel fatto che trattandosi di temi di sanità pubblica, ciò può avere un impatto devastante sulla diffusione delle malattie infettive. Scordiamoci che la paura serva a rimuovere certe convinzioni. Di fronte ai camion che a Bergamo trasportavano le bare dei morti da covid, si sono addirittura ascoltate teorie astruse su complotti, messe in scena per indurre le persone a vaccinarsi, per non parlare delle frequenti affermazioni che il vaccino modifica il DNA, fa venire il cancro e così via. Viene il dubbio di trovarsi di fronte a persone che non hanno il pieno possesso delle facoltà mentali. Ma in realtà non è così: sono entrate in una sorta di corto-circuito nel quale qualsiasi smentita alle loro teorie non fa altro che incrementarne l’assolutezza o inducono alla formulazione di altre teorie.
È però importante sottolineare che il rifiuto alle vaccinazioni non è un problema del singolo ma nasce e si sviluppa nella società e ha a che fare anche con la sfiducia nelle istituzioni sanitarie e nel degrado del rapporto medico/paziente. La storia ce lo insegna. Già sulla fine del 1700 inizi 1800 con la scoperta da parte di Jenner della immunizzazione contro il vaiolo sorsero i primi movimenti antivaccinisti. Spesso alla testa di questi movimenti vi sono persone dotate di un certo carisma. Da un lato è una forza ma dall’altro una debolezza perché se il capo carismatico viene a mancare, il movimento, inevitabilmente vacilla. Così ad esempio avvenne con la Antivaccination League of America che si sciolse nel 1229 con la morte del suo fondatore Charles Higgins, industriale manufatturiero.
Si coglie un altro aspetto del fenomeno: chi si oppone ai vaccini generalmente non ha alcuna conoscenza e preparazione scientifica. È così pure oggi.
Nella narrativa dei no-vax ricorrono sempre tre aspetti privi di valenza scientifica:
- La contaminazione. Col vaccino veniamo imbottiti di sostanze impure (feti abortiti, grafene, metalli pesanti). Basterebbe chiedersi perché mai dovrebbero mettere il grafene nei vaccini visto che ha dei costi esorbitanti…
- La trasformazione. I vaccini alterano il DNA inducendo la formazione di tumori o malformazioni fetali
- Agenti di malattia. Possono provocare malattie autoimmuni, allergie e addirittura provocare le malattie che dovrebbero prevenire.
Questa narrazione antiscientifica e quindi priva di qualsiasi fondamento non si pensi riguardi le classi sociali meno acculturate. Al contrario, diversamente dal passato, tra le fila dei no vax vi sono persone istruite. Perché?
Nell’attualità le motivazioni al rifiuto vaccinale sono multiformi, legate all’esperienza personale, alle relazioni interumane, alla capacità critica di lettura delle informazioni. Gioca un ruolo la paura, la non visibilità di alcune malattie ritenute a torto scomparse, la crisi del rapporto tra medico e paziente, il mito delle terapie naturali e alternative, l’assenza di percezione del rischio, lo sfogo di rabbia e a volte violenza che utilizza i vaccini come capro espiatorio.
L’informazione eccessiva fa la sua parte. Aver visto in TV molti virologi scontrarsi tra loro o smentire affermazioni fatte il giorno prima non ha certo giovato alla causa vaccinazioni. Salireste su un aereo se i due piloti litigano relativamente al fatto che quell’aereo è sicuro o meno? Il cittadino tende a perdere fiducia nelle istituzioni sanitarie e a dare credito a quelle teorie che confermano questa mancata fiducia. Le persone generalmente cercano le informazioni che suffragano i propri convincimenti ignorando le altre.
Si fa affidamento anche a ciò che è chiamato Euristica affettiva: le decisioni più rapide si prendono sulla base emotiva di quel momento. Così se leggo su un giornale che una persona è morta a causa del vaccino, anziché preoccuparmi di capire se sia vero o meno, è più comodo e cognitivamente meno dispendioso arrivare alla conclusione che vaccinarsi è pericoloso.
Ricordiamo anche l’effetto Dunning-Kruger, distorsione cognitiva che porta una persona a sopravvalutare la propria conoscenza su un determinato argomento pur essendo oggettivamente ignorante in materia. Così si trovano persone che avendo letto un articolo su un giornale o visto un filmato su youtube si autoproclamano esperti in materia.
Esistono per la verità numerosi bias cognitivi o errori nel processo decisionale. Riguardano tutti perché consentono un risparmio di energia cognitiva, cioè sono scorciatoie per giungere a conclusioni più rapide. Fermarsi a riflettere, ricercare altre informazioni richiede più fatica e tempo. Ma quali sono tali errori nel processo decisionale?
Eccone alcuni:
a) concentrarsi sugli aspetti negativi (es. gli effetti avversi di un vaccino)
b) preferire l’omissione all’azione perché crea meno ansia.
c) ancoraggio. Si tiene conto di un insieme limitato di elementi. Spesso le prime informazioni ricevute lasciano il segno e difficilmente le confutiamo
d) pensiamo che la maggioranza delle persone la pensi come noi. I movimenti antivaccinisti credono di rappresentare l’intera popolazione.
e) sopravvalutiamo il valore del gruppo. I movimenti cercano di influenzare anche le scelte politiche. Se trovano un appoggio in tal senso allora tale sopravvalutazione arriva agli estremi.
Vi sono anche persone che ideologicamente sono contro un obbligo vaccinale. Se si vuole questo è un aspetto che si può discutere. D’altra parte anche persone che si vaccinano senza problemi sono contrarie all’obbligo.
L’obbligo è una scelta politica che ci può stare a seconda del contesto. L’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario è legittimo in quanto mette in protezione sia il sistema sanitario già sotto gli standard di personale che i malati che accedono alle strutture sanitarie.
Da ultimo non dimentichiamo che dietro i movimenti no vax si celano sempre persone che cercano un ritorno economico. Basta andare sui loro siti per accorgersi di vendita libri, partecipazione a pagamento a convegni contro i vaccini cui stranamente partecipano avvocati “esperti” di danni da vaccino, donazioni per sostenere le campagne anti vaccinali, indirizzi di centri che purificano l’organismo da metalli pesanti introdotti coi vaccini e altro. Dietro ai movimenti vi sono società, aziende che speculano sulle paure delle persone ma che incamerano milioni di dollari. I siti web antivaccinisti a livello planetario incamerano attraverso la pubblicità
circa 1,2 miliardi di dollari. Gratta gratta alla fine si scoprono che dietro tali società vi sono sempre gli stessi personaggi.
Forse sarebbe il caso di reintrodurre nel corso degli studi, sin dalle prime classi, una buona dose di cultura scientifica basata sulla capacità critica e insegnando a mettersi in gioco anche quando si rischia di smontare le proprie convinzioni. E’ difficile ma non impossibile.
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