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Le meningiti si possono prevenire

La meningite è una malattia che ha sempre destato preoccupazione nelle persone. Giusta preoccupazione perché le meningiti hanno una letalità elevata e spesso vi è
difficoltà nell’identificare i sintomi in tempo utile per iniziare una terapia. Ma che cos’è la meningite e come ci si ammala?


La meningite è una infezione delle meningi. Le meningi sono 3 membrane che avvolgono il sistema nervoso centrale : dura madre (meninge più esterna), aracnoide (meninge intermedia) e pia madre (meninge più esterna) che hanno la funzione di contribuire alla protezione dell’encefalo e del midollo spinale. Si trovano tra cranio e
cervello.

A cosa è dovuta l’infiammazione delle meningi?

Le meningiti possono avere una causa batterica, virale o micotica (funghi). Le forme più temibili di meningite sono quelle batteriche.

La malattia si trasmette da persona a persona per via respiratoria, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni nasali, che possono essere disperse con la tosse, con gli starnuti o mentre si parla. È necessario essere a contatto stretto e prolungato con la persona infetta o trovarsi in ambienti molto affollati. Difatti le epidemie sono più frequenti nelle strutture comunitarie (scuole, luoghi di aggregazione). Molti batteri (come meningococco, pneumococco ed emofilo) si trovano nell’orofaringe di
molte persone sane, senza alcuna sintomatologia. Solitamente, l’infezione origina da altre parti del corpo, da cui gli agenti possono raggiungere le meningi attraverso il
sangue. La meningite può infatti derivare da un’otite, sinusite o direttamente da un’infezione a livello cerebrale dovuta ad una frattura cranica.


Quali sono i sintomi della meningite?


La meningite batterica rappresenta sempre un’emergenza medica. Può esordire in modo fulminante con progressione nell’arco di ore, specialmente nella popolazione pediatrica, oppure può presentarsi in modo subacuto con peggioramento del quadro clinico nell’arco di qualche giorno. Febbre, cefalea e rigidità nucale rappresentano la
classica triade clinica, alla quale si associa un’alterazione dello stato mentale come confusione, sopore, letargia. La rigidità nucale, che si evidenzia da dolore ai movimenti del collo e resistenza passiva alla flessione dello stesso rappresenta il segno tipico della meningite. Sintomi di accompagnamento sono rappresentati da fotofobia, nausea, vomito. Vi possono essere anche crisi epilettiche in circa un quarto dei pazienti. Una caratteristica diffusione maculo-papulare cutanea con interessamento del tronco, arti, congiuntiva e mucose è tipico della meningite meningococcica, forma potenzialmente letale con decesso nell’arco di poche ore. È un sintomo di sepsi, cioè di infezione generalizzata che porta ad infarto delle
ghiandole surrenali e coagulazione intravascolare disseminata che portano la persona al decesso. Può accadere che alcune parti del corpo come arti superiori ed inferiori
vadano incontro a necrosi con succesiva necessità di amputazione. Nel sospetto di meningite batterica si deve iniziare tempestivamente una terapia antibiotica in
associazione a cortisonici. Per la diagnosi certa di meningite batterica è necessario l’esame del liquor cefalorachidiano che si preleva dal canale midollare con una siringa. Spesso anche i farmaci vengono iniettati per tale via in modo da raggiungere rapidamente il sistema nervoso centrale.

La letalità è elevata, intorno al 15% che arriva al 30 % in caso di sepsi. Possono
comunque residuare sequele permanenti (sordità, convulsioni, disturbi oculari) nel
15-20 % dei casi.


Quali sono i batteri più frequentemente implicati nelle meningiti?


In primis il più temibile: il meningococco. Ne esistono diversi ceppi A,C W135, Y, B che hanno anche una diversa incidenza geografica. Negli ultimi 3 anni il ceppo più frequente è il B. Poi il Pneumococco (questo di ceppi ne ha oltre 90 non tutti
fortunatamente pericolosi) ed infine l’haemophilus. C’è poi la Listeria che si trasmette per via alimentare con cibi contaminati, poco cotti o mal conservati) e lo Stafilococco
quest’ultimo in genere dovuto a traumi.

Per i primi 3 batteri abbiamo la fortuna di avere un vaccino. Non è un caso che siano tutti contemplati nel calendario vaccinale.


L’haemophilus è compreso nel vaccino esavalente e insieme all’esavalente vene proposto il pneumococco e il mese successivo il l’antimeningococco B. In definitiva all’anno di età il bambino risulta protetto dalle meningiti da haemophilus, meningococco B e Pneumococco. Dopo il 12° mese si propone l’antimeningococco C e a 12 anni il quadrivalente che protegge dai meningococchi ACWY. In sostanza abbiamo una vasta protezione dalle meningiti. La prova sta nella diffusione delle meningiti, drasticamente calata con l’introduzione dei vaccini. Perché dunque
rischiare quando posso mettere in sicurezza un bambino. Peraltro sono vaccini che hanno pochissimi effetti avversi ed un ottimo profilo di sicurezza.

Anche adulti con patologie a rischio, come gli splenectomizzati, beneficiano della vaccinazione contro le meningiti batteriche.


Vi sono poi le meningiti virali. I virus più frequentemente implicati sono l’Enterovirus, l’Herpes virus, il virus della parotite e quello del morbillo. Degli ultimi 3 possediamo il
vaccino. Le meningiti virali non danno il quadro drammatico di quelle batteriche ma ciò non toglie che vi sia un rischio letale soprattutto in persone immunodepresse o
defedate da altre patologie. Anche il virus influenzale potrebbe dar luogo a forme di meningite.


Le meningiti micotiche o fungine non hanno possibilità di essere prevenute con le vaccinazioni. Riguardano però prevalentemente persone immunodepresse per le
quali si possono instaurare cure farmacologiche a scopo profilattico.

In sintesi disponiamo dei seguenti vaccini per prevenire le meningiti.


Vaccino esavalente che contiene l’haemophilus, utilizzato nei nuovi nati.


Per gli adulti a rischio l’Haemophilus è disponibile anche singolarmente.


Vaccino antipneumococco utilizzabile in tutte le età. Vi sono vaccini che proteggono verso 10, 13, 15 e 20 ceppi (o sierogruppi). Chiaramente la protezione migliore è quella che comprende più ceppi ma il 20 si utilizza solo dai 18 anni di età.


Vaccino coniugato contro il meningococco di sierogruppo C , utilizzabile dopo l’anno di età.

Vaccino coniugato tetravalente, che protegge dai sierogruppi A, C, W135 e Y, utilizzabile dopo l’anno di età.

Vaccino contro il meningococco di tipo B utilizzabile in tutte le età.


Vaccino antimorbillo, parotite, rosolia, varicella che protegge dai rispettivi virus utilizzabile dopo l’anno di età.


Vaccino ricombinante che protegge dall’herpes zoster utilizzabile dopo i 18 anni.

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