Perché porsi una domanda del genere nel 2023?
La poliomielite è una grave malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale. L’ultimo caso nel nostro paese è stato notificato nel 1982. Nel 2002 l’Italia, e tutta la Regione OMS Europa, è stata definita una Regione polio-free. Quindi perché preoccuparsi di vaccinare ancora i nostri bambini?
Facciamo una prima considerazione. La globalizzazione ha consentito che milioni di persone possano spostarsi da una parte all’altra del pianeta in breve tempo. Si moltiplicano quindi i contatti tra le persone. La trasmissione di una malattia può avvenire in modo rapido e diffondersi sull’intero pianeta (come avvenuto per il Covid). Se ci riferissimo al vaiolo, ad esempio, non sussiste alcun problema visto che il virus è stato debellato a livello mondiale sul finire degli anni 70 e quindi non vi sono focolai epidemici che possono scatenare una pandemia.
Pe la poliomielite la situazione è diversa. Vi sono tre paesi al mondo che presentano ancora focolai di poliomielite: Nigeria, Pakistan e Afghanistan. Recentemente si è verificato un focolaio anche in Sudan. La poliomielite è causata dal poliovirus, un enterovirus che si trasmette tramite l’ingestione di alimenti o acqua contaminati dalle feci di una persona infetta, oppure, toccando superfici sporche e portandosi le mani alla bocca. Può anche essere trasmesso attraverso la saliva, anche con starnuti e tosse. Che succede se una persona che sta incubando la malattia sale su un aereo a Karachi e sbarca a Roma o Parigi? Il periodo di incubazione è solitamente di 7-10 giorni, ma può variare da 4 a 35 giorni, quindi la possibilità esiste eccome.
In Europa, oltre 10 milioni di bambini e giovani non sono vaccinati contro la poliomielite.
Esiste anche un poliovirus derivato da vaccino che è mutato dal ceppo originariamente contenuto nel vaccino Sabin (quello che da piccoli ci veniva somministrato sulla zolletta di zucchero). Il vaccino Sabin contiene una forma viva e attenuata di poliovirus che in rare occasioni, quando si replicano nel tratto gastrointestinale, può mutare geneticamente e diffondersi in comunità, colpendo coloro che non sono completamente vaccinati contro la poliomielite. Sono stati isolati virus della polio in acque reflue di diversi paesi, soprattutto nelle aree mediorientali.
Le mutazioni si accumulano con il passaggio del virus da persona a persona. Più bassa è la copertura immunitaria della popolazione, più a lungo questo virus sopravvive e va incontro a maggiori mutazioni genetiche. Allora non si dovrebbe vaccinare? Assolutamente no. Sospendere le vaccinazioni porterebbe in breve tempo ad un rischio elevatissimo di diffusione epidemica. Se anche in quei tre paesi prima citati venisse attuata una campagna vaccinale adeguata, il rischio diverrebbe zero, come avvenuto col vaiolo. In una popolazione vaccinata il virus non può circolare nè tantomeno mutare. Ecco perché è importante mantenere la copertura vaccinale anche in quei paesi in cui la polio è assente.
La storia ci insegna che laddove non ci si vaccina la polio è in agguato:
1992: Olanda,72 casi in una comunità no-vax (con 2 decessi e 59 paralisi)
2015: Siria, 36 casi di paralisi (mancate vaccinazioni a seguito della guerra in corso)
Ancor più recentemente sono stati segnalati casi in Mozambico, Malawi e un caso addirittura a New York nel 2022.
La situazione è quindi potenzialmente allarmante. Le autorità sanitarie dei vari paesi stanno cercando di estendere la vaccinazione a quelle sacche di popolazione non vaccinata. L’OMS è altresì intervenuta con un attento monitoraggio della situazione.
Quindi possiamo rispondere alla domanda del titolo. No, la poliomielite non è ancora scomparsa. Il virus attende che le persone decidano di non vaccinarsi più per tornare a mietere vittime che saranno essenzialmente le persone suscettibili, cioè quelle non vaccinate.